Emily, seduta davanti alla finestra della sua camera, osserva fuori. L’inverno sta per arrivare, è una giornata dal cielo chiuso, freddo. Qualche foglia cade dai grandi alberi in giardino, davanti a lei. Lente si appoggiano sulla terra nera, smossa dai lombrichi e dal vento, dalle passeggiate timide che ormai raramente lei osa fare. Sente un rumore, proviene dal piano di sotto: probabilmente Vinnie sta preparando il pranzo. Emily distoglie lo sguardo dall’esterno e torna alle pareti che la circondano, così familiari, con quella carta da parati piena di fiori che le è sempre piaciuta. Sull’abito bianco indossa una maglia di lana spessa, grigia. È morbida, le piace accarezzarla. I nodi che ogni tanto escono dalla trama fitta non sono più l’effetto della mancata dedizione ai ferri, ma le nocche delle dita di una mano che da troppo non stringe. Parole infuocate le volteggiano dentro, ma è il tempo a osteggiarla. Quello passato, lontano e molesto, nostalgico, terribile; il presente inafferrabile e il futuro che ha il fiato corto e il presagio di un lieto… Continua a leggere